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L’indultino farà uscire pochi intimi Su 14 mila detenuti di troppo, solo 5 mila ne beneficeranno
Poco attendibili le prime stime del Dap, che aveva preventivato una platea di 9 mila interessati
Italia Oggi, 23 agosto 2003
Altro che 9 mila, il numero dei detenuti che potrà uscire dal carcere grazie all’indultino non potrà superare le 5 mila unità. Un primo gruppo (mille, al massimo 2 mila) potrà lasciare il carcere in meno di un mese, per gli altri invece bisognerà aspettare almeno un paio d’anni. Non sono attendibili le cifre fornite qualche settimana fa dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria guidato da Giovanni Tinebra che parlava di almeno 9 mila detenuti in attesa di beneficiare dello sconto di pena di due anni previsto dalla legge 207/03 entrata in vigore ieri. Calcoli alla mano e tenendo conto di tutti i fattori soggettivi e oggettivi che limitano l’applicabilità del provvedimento degli oltre 56 mila detenuti nelle carceri italiane, solo il 9% beneficerà dell’indultino. E non è detto, poi, che tutti potranno usufruirne dal principio. Bisogna ricordare infatti che la legge si applica a tutti coloro che erano detenuti al momento dell’entrata in vigore della legge, a patto però che abbiano scontato almeno la metà della pena e che la pena residua non superi i due anni. Due vincoli che oggi solo alcune migliaia di detenuti possono rispettare, mentre nei prossimi mesi il numero potrebbe crescere. A ben vedere, comunque, si tratta di uno sparuto gruppo di detenuti che poco inciderà sull’indice di sovraffollamento del1e carceri che ospitano 14 mila detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Che il numero delle scarcerazioni sarà molto inferiore alle aspettative ne è convinto anche uno degli autori della riforma che dopo quasi un anno di dibattito parlamentare e diverse modifiche sostanziali è stata approvata 15 giorni fa dal parlamento, Giuliano Pisapia (Prc), componente della commissione giustizia della camera. "La nostra proposta prevedeva che la sospensione della pena scattasse per tutti i detenuti con pene fino a tre anni, extracomunitari compresi, e che avessero scontato almeno un quarto della pena". La norma avrebbe consentito la scarcerazione di almeno 10 mila detenuti, mentre ora si parla della metà. Dalle stime fornite dal Dap, infatti, bisogna sottrarre tutti i detenuti extra comunitari che rappresentano circa un terzo della popolazione carceraria. percentuale che cresce se prendiamo in considerazione la piccola criminalità, quella per intenderci che può usufruire dell’indultino. In base alle modifiche apportate dal senato, però, potranno usufruire della sospensione della pena soltanto gli extracomunitari detenuti con permesso di soggiorno, cioè praticamente nessuno. Una novità che fa diminuire almeno di 2 mila unità il numero di coloro che possono beneficiare della sospensione. Altra fetta importante della piccola criminalità in carcere è rappresentata dai tossicodipendenti. Per molti di loro non sarà facile usufruire dell’indultino che è negato ai delinquenti, cosiddetti abituali o professionali. Anche in questo caso, dunque, bisogna eliminare dal dato complessivo un altro migliaio di unità. La restante parte, dunque, non può superare di molto le 5 mila persone. I tempi di smaltimento delle domande non dovrebbero invece essere lunghissimi stando alle rassicurazioni fornite ieri dal direttore dell’ufficio detenuti e trattamento del Dap, Sebastiano Ardita, che spiega: "Fin da oggi, c’è la possibilità che qualcuno con provvedimento della magistratura di sorveglianza si veda riconosciuto il beneficio e venga dunque scarcerato".
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