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Dopo Fini anche la Lega lascia liberi i deputati
Il Manifesto, 11 gennaio 2003
Anche Umberto Bossi, sia pure alla sua maniera, ha finito per riconoscere libertà di coscienza sull'indulto ai parlamentari leghisti: "Se tutti i partiti danno libertà di coscienza... nella Lega la libertà di coscienza c'è sempre stata". Certo il senatur è contrario e "mi sembra - dice - che anche la gente sia contraria", la Lega nel suo insieme rimane per lo più sulle stesse posizioni: il segretario Roberto Caldaroli preannuncia una battaglia durissima specialmente in senato, da quei banchi verrà al massimo una manciata di "sì". L 'uscita di Bossi è comunque indicativa di un clima mai come ora favorevole al voto di un provvedimento di clemenza. Anche perché c'era già stata domenica la ben più rilevante flessione dell' altro leader del fronte della legge e dell'ordine, Gianfranco Fini, costretto a concedere la libertà di voto da una fronda trasversale che ha spaccato in due An, coinvolgendo la destra sociale di Gianni Alemanno e Francesco Storace come l'ala liberal di Adolfo Urso ma scatenando subito la reazione dei settori più forcaioli. E dall'opposizione anche Francesco Rutelli e Piero Fassino danno via libera: il primo però si limita al solo "indultino", la sospensione condizionata della pena promossa da Enrico Buemi (Sdi) e Giuliano Pisapia (Prc) e modificata in senso restrittivo da Giuseppe Fanfani della Margherita, ricordando che sarà difficile raggiungere il quorum di due terzi necessario per l'indulto (proprio la Margherita di Rutelli, del resto, potrebbe far mancare i suoi voti); Fassino invece, come lo stesso Rutelli e il leader dello Sdi Enrico Boselli, punta il dito sulla spaccatura nel Polo: "Se ciò fosse accaduto all'Ulivo gli editoriali sulle nostre divisioni si sarebbero invece sprecati. La verità è che il centrodestra non sa come comportarsi, e cerca di coprire le proprie divisioni ammantandole con la libertà di voto. E' un atteggiamento ben diverso dal coro di consensi che accompagnò le parole del Papa durante il suo intervento alla camera". E se Boselli ironizza sul "garantismo a targhe alterne", Elettra Deiana del Prc osserva che "il fronte intransigente si sta sgretolando" sull'indulto anche se le destre continuano a proporre un’ultra-repressiva, come ad esempio con il proposto "irrigidimento del codice penale minorile". Alle decisioni che contano mancano solo Capodanno e la fine delle feste. Il 12 gennaio è il termine ultimo per la presentazione di emendamenti alla proposta di legge d'indulto adottata come testo base dalla commissione giustizia della camera, che andrà in aula il 20 o addirittura potrebbe precedere l'"indultino", già emendato in commissione (fin quasi a snaturarlo con le troppe restrizioni) e calendarizzato per il 16. Oltre ai radicali che non interrompono lo sciopero della fame, Ds e Verdi premono per questa soluzione: votare prima sull'indulto e solo dopo, in caso di mancato raggiungimento del quorum dei due terzi, ripiegare sulla Pisapia-Buemi che è realizzabile con la maggioranza semplice. E' una linea che sembrava condivisa anche da una parte della Margherita, ieri però Rutelli ha dato voce all'altra parte, dicendo addirittura che l'intero Ulivo sarebbe "fermo alla Pisapia-Buemi". Forse non sempre lo informano. Il quorum rimane difficile da raggiungere ed è perfino ovvio il timore che tanta "libertà di coscienza" serva poi ad affossare l'indulto nel segreto dell'urna, con tanti saluti al Papa e al presidente della repubblica. Intanto, però, riprendono l'iniziativa le forze che con maggiore continuità hanno cercato aprire uno spiraglio alla popolazione carceraria. Così Rifondazione comunista - che oggi parteciperà con Deiana e Giovanni Russo Spena al Capodanno di solidarietà promosso davanti a Rebibbia (Roma) da Radio Onda Rossa e alcuni centri sociali - attacca da giorni le restrizioni imposte da gran parte del centrosinistra alla Pisapia-Buemi, dalla quale nell'attuale versione sarebbero esclusi non solo mafia e terrorismo ma anche una serie di reati comuni fino alla rapina aggravata e ad alcuni casi di spaccio di droga. Si rischiano modifiche del genere anche per la legge d'indulto, anzi la vera trincea rischia di essere questa. E il verde Paolo Cento rilancia l'amnistia per i reati minori: "Superata l'ipocrisia di chi ha considerato l'indulto un tabù, ora è necessario prevedere che a questo strumento di condono di tre anni delle sanzioni penali, si verifichi la possibilità di accompagnare anche una amnistia per i reati minori". Una proposta dei Verdi concederebbe l'amnistia ai condannati per resistenza a pubblico ufficiale, rissa, violazione di domicilio, furto, reati a mezzo stampa e, nei casi più lievi, truffa e spaccio di droga, nonché ad alcune categorie di minorenni e in ogni caso per i reati per i quali è stabilita una pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni, ovvero una pena pecuniaria.
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