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Indultino
e carceri: nessun effetto sul sovraffollamento
L’Avvenire, 13 gennaio 2003
L’effetto dell’indultino sul sovraffollamento delle carceri è stato praticamente nullo. A rivelarlo informa l’agenzia Redattore sociale - è il provveditore regionale lombardo dell’amministrazione penitenziaria, Felice Bocchino, che sottolineerà - in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario - le difficoltà che frenano le misure alternative e le gravi carenze di personale, Un dato regionale, ma indicativo di una situazione generalizzata sul territorio nazionale. Per quanto riguarda la situazione delle carceri lombarde, dunque, il provveditore mette in luce come la situazione non sia sostanzialmente cambiata rispetto ad un anno fa, quando il sovraffollamento era stato indicato dal procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano, Maurizio Blandini, come uno dei principali problemi da risolvere. Bocchino fa il punto sul sovraffollamento in Lombardia a quattro mesi dal cosiddetto indultino, la legge 207 approvata ad agosto e che prevede la sospensione condizionata della pena, fino ad un massimo di due anni, per chi abbia già scontato almeno la metà della pena detentiva. Secondo il Provveditorato lombardo dunque l’effetto della legge è stato praticamente nullo e ben pochi sono coloro che hanno beneficiato della legge. Poca incidenza sulla decongestione delle carceri anche l’introduzione della legge Bossi-Fini, che prevede la possibilità di espellere gli stranieri senza permesso di soggiorno che abbiano commesso reati per i quali sono previste pene detentive fino a due anni. Nel complesso, comunque, la popolazione carceraria in Lombardia non è aumentata (nel giugno 2003 erano 6.637 i detenuti nelle carceri lombarde contro i 6.663 del giugno 2002. Un altro punto su cui si concentra l’attenzione del provveditorato riguarda i numerosi trasferimenti dei detenuti in carceri extraregionali. Una misura comune per gli stranieri, ma anche per tanti italiani residenti in Lombardia. Con la conseguenza, affermano dal Provveditorato, che viene contraddetto il principio di territorialità della pena. Stabile anche il numero dei detenuti stranieri e tossicodipendenti. Riguardo a questi ultimi, sono 1.028 i detenuti tossicodipendenti che hanno usufruito dell’affidamento per casi particolari (per tossicodipendenti e alcooldipendenti che intendano intraprendere un programma terapeutico), mentre complessivamente, gli affidamenti in prova “ordinari” sono stati 2.145. Cresce il ricorso a misure alternative per i tossicodipendenti (+ 8%), cala per gli altri detenuti (- 12%). In calo i suicidi: dieci, cioè cinque in meno dell’anno passato.
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