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Giudecca: incontro in carcere con politici e magistrati Le detenute sollecitano lo sportello per le famiglie
Il Gazzettino, 11 settembre 2001
Le detenute parlano e i politici ascoltano. Cambiano i ruoli, almeno per un giorno. Tema dell’incontro di ieri mattina, i rapporti tra le madri che stanno scontando una pena nel carcere della Giudecca e i loro figli. Così la visita della delegazione composta da volontari, assessori alla sicurezza sociale del Comune, Giuseppe Caccia, e della Provincia, Bruno Moretto, magistrati, fra cui il presidente del tribunale di sorveglianza, Stefano Dragone, si è trasformata in un colloquio plenario: le detenute hanno chiesto un maggiore sostegno dall’esterno attraverso l’istituzione - sull’esempio del carcere di Secondigliano - di uno sportello informativo per le famiglie che punti all’integrazione sociale e hanno sollecitato incontri più lunghi tra madri e figli, con la possibilità di pranzare assieme per ripristinare quel clima familiare impedito dalla cella. Tutte le detenute dell’istituto di pena femminile hanno avuto la possibilità di partecipare all’incontro - assemblea. Un’emergenza, quella che riguarda il rapporto tra madri in prigione e figli, testimoniata dalle cifre riportate in un’indagine svolta a livello europeo: il 30 per cento dei figli con genitori in carcere finisce a sua volta dietro le sbarre e in Italia sono ben 43mila i figli di detenuti. Proprio il Comune è stato sollecitato a istituire questo sportello di aiuto socio-economico. Dopo il pranzo in "famiglia", i bambini che si sono ricongiunti per una giornata con le mamme hanno potuto assistere a uno spettacolo di burattini.
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